La mattina del 23 giugno, davanti alla sede della Prefettura di Cagliari, in Piazza Palazzo, si è tenuto un presidio convocato dall’USB confederale, al quale hanno aderito i Cobas Scuola Cagliari, il Cagliari Social Forum, Potere al Popolo, il Collettivo comunista di Nuoro e l’ASCE (Associazione Sarda contro l’Emarginazione). Hanno partecipato poco più di una quarantina di persone.
La manifestazione è stata convocata per i gravissimi fatti occorsi a Biandrate (Novara) davanti ai cancelli della Lidl, dove un picchetto di lavoratori in protesta contro le condizioni di sfruttamento nel settore della logistica è stato forzato da un camionista uscito dai cancelli dell’azienda alla guida del mezzo, col risultato che il giovane sindacalista del Si Cobas Adil Belakhdim è rimasto ucciso.
Che la situazione del lavoro nel settore della logistica sia di grande tensione lo dicono anche i fatti che precedono di pochi giorni l’uccisione di Adil: una quarantina di lavoratori del Si Cobas licenziati dalla FedEx che manifestavano per il loro posto di lavoro davanti all’ingresso della Zampieri holding, nel Lodigiano, è stata caricata brutalmente da una squadraccia uscita dai cancelli della ditta, lasciando nove feriti, tra cui uno privo di sensi per ore con un grave trauma facciale.
Uno dei motivi della manifestazione del 23 giugno è stato porre l’attenzione sulla situazione di precarietà, mancanza di sicurezza e sfruttamento in cui versa il lavoro oggi, in particolare in certi settori della produzione come la logistica.
Tre esponenti delle associazioni presenti sono state ricevute dal Viceprefetto, Dott. Leo, e nel breve incontro hanno rappresentato la realtà drammatica delle condizioni di lavoro in alcuni comparti, a cui per giunta si cerca di togliere il diritto di sciopero e di manifestazione, come si è constatato nei recenti accadimenti. Il padronato preme inoltre per far entrare il settore della logistica nei servizi essenziali, cosa che sferrerebbe un altro colpo durissimo al diritto di sciopero in un ambito lavorativo dove i salari sono vergognosamente bassi a fronte di lunghe ore di lavoro pesante e intenso, e condizioni di occupazione precarie.
Si è riferito inoltre del contenuto dei filmati diffusi sullo scontro davanti alla Zampieri, in cui la polizia non ha mosso un dito davanti alle violenze esercitate contro i lavoratori dalla squadraccia uscita dallo stabilimento della Zampieri. Eppure le forze dell’ordine, quando si tratta di controllare i manifestanti contro le basi militari e per i diritti della gente, si presentano in tenuta antisommossa e sono solerti a fotografare, redarguire, e anche manganellare perché nessuno contravvenga alle prescrizioni.
Ciò che è poi successo al sindacalista del Si Cobas è una tragedia personale e sociale, in cui sembra davvero di ripercorrere all’indietro i momenti nevralgici e sanguinosi delle lotte sindacali nel nostro paese. Il fatto che si voglia derubricare l’omicidio a incidente stradale significa che si vuole disconoscere la determinazione di un lavoratore crumiro a schierarsi dalla parte del padrone, disturbando e sfidando coloro che protestavano per i propri diritti, incurante del rischio di travolgerli, come è infatti successo. Questo tipo di determinazione risponde alla necessità della parte datoriale di avere un certo numero di lavoratori a suo favore.
Il viceprefetto ha risposto che gli eventi citati sono terribili e destano preoccupazione, ma anche rassicurato che nell’ambito territoriale della provincia di Cagliari tutto si fa e si è fatto per tenere un profilo di civiltà ed evitare scontri che mettano a rischio l’incolumità delle persone.
I presenti hanno però ricordato l’episodio davanti al consiglio regionale in cui un pastore perse un occhio a causa di un lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo.
Riconoscendo che si era ad un momento nevralgico di parecchi anni fa, il vicequestore ha invitato a denunciare le violazioni di diritti che avvengono nel campo del lavoro, anche se nelle nostre zone non ci sono le situazioni di caporalato e sfruttamento massivo che vediamo nel settore agricolo di altre regioni d’Italia.
I rappresentanti hanno fatto notare che gli uffici competenti della guardia di finanza e dell’ispettorato del lavoro hanno organici sottodimensionati per operare seri controlli che veramente disincentivino il lavoro in nero, sottopagato e malsicuro, presente anche qui in vari settori, come nell’agricoltura e nella ristorazione.
Al termine dell’incontro con il viceprefetto, dopo una breve relazione ai partecipanti, si è manifestato il proposito di continuare la lotta contro lo sfruttamento e la repressione in tutti i possibili contesti.
La Confederazione Cobas ha già lanciato la proposta di arrivare ad uno sciopero generale, che potrà risultare efficace se le diverse organizzazioni di base riusciranno a convergere.
Che faranno i sindacati concertativi? Dopo aver a lungo accettato normative e contratti che portano i lavoratori ad una condizione di sempre maggior ribasso, vorranno attuare delle forme di lotta di una qualche incisività?
Esecutivo Cobas Scuola Cagliari
Bravissima Mariella, hai cond9esato in modo egregio l’accaduto. Spero che l’appello per uno sciopero generale da noi lanciato venga raccolto e fatto proprio dai nostri “NAZIONALI”