Ieri la visita di carattere pre-elettorale (ci saranno le elezioni regionali il 25 febbraio) del ministro dell’istruzione e merito Valditara a Cagliari in cui si è svolto un incontro con giornalisti, presidi, e qualche scolaresca plaudente, nello sfondo degli stand di Scuola futura, allestimento itinerante del Pnrr Istruzione.
Ad accoglierlo proprio all’ingresso della passeggiata coperta uno striscione “Valditara ministro con l’elmetto vattene” dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, allusivo dell’incremento continuo della presenza dei militari nelle scuole e degli studenti nelle strutture militari, ma anche dell’esecutività dei tagli previsti che dettano legge schiacciando le necessità delle scuole: il governo e il ministro sono arrivati quest’anno ad applicare il paventato parametro dei 900-1000 studenti iscritti per mantenere un’autonomia scolastica, misura che svantaggia particolarmente le regioni a bassa densità demografica come la Sardegna.
E infatti erano per nulla plaudenti, ma al contrario decisamente arrabbiate quelle numerose rappresentanze studentesche che si sono date appuntamento, anche attraversando la Sardegna da un capo all’altro, per contestare l’accorpamento della propria scuola e il piano di dimensionamento che vedrà la cancellazione di 42 autonomie scolastiche (portate solo provvisoriamente a 36). C’erano infatti studentesse, studenti e insegnanti del Liceo artistico De André di Olbia e Tempio, insegnanti dell’Istituto comprensivo di Seui, dell’Istituto comprensivo 2 Maria Lai di Quartu Sant’Elena, dell’IPIA di Carbonia – Sant’Antioco (per quest’ultimo è prevista la soppressione), c’era la CGIL che ha convogliato la protesta giù del Bastione di Saint Remy, e ancora i Cobas Scuola Cagliari, l’USB Sardegna, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, le Madri contro la repressione; questi hanno firmato il documento che segue e che è stato distribuito in giro.
La protesta è durata varie ore con cori, canti, discorsi in cui studentesse e studenti sono stati protagonisti senza però ottenere l’attenzione che avrebbero meritato da parte degli organi d’informazione che hanno brevemente accennato alla protesta ma hanno dato il primo piano al ministro e alle sue espressioni minimizzanti riguardo ai tagli. Secondo il ministro nulla cambierà perché accorpando saranno semplicemente eliminiate le reggenze: sappiamo benissimo che l’accorpamento comporta tagli di organico, in particolare sul personale ATA, già ridotto all’osso, cosa che metterà i plessi più piccoli a rischio di chiusura, e non sarà una figura di vice preside (recentemente escogitata nel decreto mille proroghe e senza peraltro poteri legali) a tamponare la situazione.
Quanto ai milioni di cui ha parlato per le scuole della Sardegna (in gran parte per la fatiscente situazione degli stabili), vedremo se ciò si limiterà ad una promessa elettorale. Non sembra che la stampa abbia posto domande sulla questione sempre più pressante dei militari nelle scuole o sull’intervento del ministro a proposito della Giornata della Memoria: peccato perché tali quesiti potevano cercare di far luce sulla visione del ministro in merito al concetto di pubblica istruzione.
Valditara Vattene
WOW, Il ministro dell’istruzione e del merito Valditara in visita a Cagliari!
Le scadenze elettorali comportano visite, e questa del ministro Valditara è una di quelle ECCELLENTI !!!
Il ministro, accolto da alcune scuole che si faranno in quattro per salutarlo al meglio e circondato dalla vetrina dell’allestimento Scuola Futura, potrebbe non tastare adeguatamente il polso della reale situazione della scuola in Sardegna.
In tal senso vorremmo dargli una mano, sottolineando però che le responsabilità SUE e del suo governo sono CRUCIALI
Quando è iniziato il corso devastante del DIMENSIONAMENTO scolastico nel 2000 , la Sardegna aveva oltre 400 istituti scolastici, che sono stati ridotti, anno dopo anno, agli attuali 270. Per effetto della legge di bilancio 2023 (n. 197/22) il numero minimo di studenti per mantenere una scuola autonoma sarà calcolato tra i 900 e i 1000 e ciò comporterà per la Sardegna che l’anno prossimo ci sarà una riduzione di 36 autonomie (la riduzione doveva essere di 42, ma i sei che non saranno tagliati l’anno prossimo saranno messi in conto per l’anno successivo), e così gli istituti autonomi passeranno ad essere 234. La riduzione delle autonomie scolastiche comporta tagli di Dirigenti scolastici, DSGA, e altro personale scolastico, riducendo così le scuole ad un funzionamento molto più stentato!!! Questo rigido parametro di 900 studenti vale sia per le aree a forte densità di popolazione sia per quelle meno densamente abitate, e la Sardegna è la regione meno densamente popolata d’Italia, e pertanto quella che subisce più pesantemente i tagli previsti!
E ciò per merito di questo governo e del suo ministero, che infatti non a caso si chiama dell’istruzione e del merito … e che “merito” !!! Quello di assestare colpi tremendi alla scuola pubblica, particolarmente duri qui in Sardegna !!! Magari col pretesto che lo fa per rispettare le indicazioni del Pnrr che chiede di rivedere i criteri di dimensionamento in ragione del calo demografico. Lungi dall’essere un problema, per i nostri governanti il calo demografico è una risorsa da fregarsi le mani !!! Quanto più i luoghi si spopolano, tanto più risorse risparmiano !!!
Il Governo di cui Valditara fa parte, con la revisione del PNNR, ha trasferito 12 miliardi di risorse finanziarie alle imprese sottraendoli agli investimenti pubblici e quindi anche alla scuola.
Ironicamente ci sarebbero i “vantaggi” (si fa per dire) di questo Pnrr, che non riusciamo a intravedere negli allestimenti di Scuola Futura, campus itinerante del Pnrr, approdata anche a Cagliari nella settimana delle STEM (con quest’acronimo si indicano varie discipline tecnico scientifiche). Ma quali effetti benefici potremo riscontrare – ad esempio – nella “digitalizzazione”di alcune funzioni se invece le scuole saranno costrette a barcamenarsi e sopravvivere a stento per mancanza di personale scolastico ??!!
Tra quelle che sono responsabilità anche di questo governo consideriamo la vertiginosa quantità di precari (oltre 200.000 tra i docenti) che sempre più caratterizza la scuola in Italia e in Sardegna, perché chi insegna da anni non viene stabilizzato, neanche dopo il superamento di un concorso ordinario, e chi supera i nuovi concorsi non acquisisce neanche l’abilitazione (per la quale dovrà sborsare 2500-2800 euro, magari da un’università privata).
L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA appena votata in Senato assesterà il colpo mortale alla scuola pubblica in Sardegna con la diminuzione di risorse finanziarie delle regioni più povere.
Segnaliamo inoltre la sempre maggiore frequenza con cui gli studenti vengono contattati da figure della sfera militare o da enti privati (Assorienta, Nissolino corsi) che li informano sui “vantaggi” della carriera militare invitandoli ad arruolarsi, quando anche non mandano studenti e studentesse a svolgere giornate di PCTO (Alternanza scuola-lavoro) in strutture militari, dove a volte vengono coinvolti nell’alzabandiera e nell’inno nazionale. Riteniamo che non sia compito della scuola della Repubblica indirizzare gli studenti alla carriera militare, e constatiamo invece che questo ministero non ha la minima remora a procedere in tal senso.
Così come non l’ha avuta in occasione del Giorno della Memoria, indirizzando alle USR l’invito a vigilare perché gli studenti e le studentesse non venissero “turbati” da iniziative o comportamenti. Comportamenti e iniziative di chi, se non degli insegnanti ? Qui vediamo un intervento a gamba tesa sulla libertà di insegnamento in un giorno in cui tanti manifestano per gli olocausti in corso (nella Striscia di Gaza) oltre che per quelli già consegnati alla storia.
NON possiamo accettare, inoltre, i continui interventi del Ministro in direzione repressiva e punitiva delle libere manifestazioni di dissenso degli studenti, un’ingerenza degna di un regime totalitario.
Viste le posizioni del ministro, e del suo governo, che hanno creato le condizioni per un ulteriore peggioramento della scuola pubblica italiana e di quella sarda in particolare, ci auguriamo che
SE NE VADA AL PIU’ PRESTO
e ceda il posto a qualcuno che manifesti maggiore interesse per la ripresa della nostra scuola pubblica.
Cobas Scuola Cagliari
USB Unione Sindacale di Base Cagliari
Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università
Madri contro la repressione