Come Cobas Scuola Cagliari e come Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari, siamo pienamente vicini e solidali con i motivi dell’iniziativa indetta per questo 7 ottobre ‘23 a Sassari, dai compagni e dalle compagne di Sa Domo de Totus e dal MAS, Movimento Associativo degli Studenti, per gridare Libertade pro Khaled, Libertade pro sa Palestina.
La vicenda di Khaled El Qaisi, cittadino italiano di origini palestinesi, arrestato il 31 Agosto mentre da Betlemme tornava attraverso la Giordania e trattenuto in un carcere a pochi chilometri da Tel Aviv senza che gli sia stato comunicato un capo d’accusa, getta uno squarcio di visibilità sui feroci abusi che i palestinesi vivono sotto l’occupazione militare israeliana, e che lo stato italico e i suoi mass media preferiscono ignorare: ossia una realtà carceraria con circa 5200 prigionieri politici palestinesi, di cui 170 minori, e oltre 1200 prigionieri “amministrativi”, detenuti senza una imputazione, la cui custodia dipende da giudici militari e può durare mesi come anche anni.
Per quanto lo stato israeliano venga definito “democratico” queste sono prassi da feroce dittatura.
Khaled è stato scarcerato ma, per quanto i nostri TG lo abbiamo frettolosamente detto “libero” ancora non è libero, deve restare a disposizione delle autorità giudiziarie israeliane almeno sino all’8 ottobre senza potersi muovere da Betlemme. Ciò che è successo a Khaled deve dare occasione di denunciare i rapporti di collaborazione militare e simpatia politica che l’Italia intrattiene con lo stato di Israele.
Rapporti che tendono ad interscambi molto stretti, anche a livello di ricerca universitaria, vedi i rapporti dell’Università di Cagliari con l’israeliana Technion. Diventa sempre più evidente che il modello israeliano di ossessione securitaria e controllo capillare della sfera sociale ha la capacità di trasmettersi alle istituzioni statali e governative italiane che sono sempre più pervase dalla preoccupazione securitaria e dalla volontà di controllo, e dove le forze militari sono sempre più presenti dentro il tessuto sociale svolgendo anche un’azione di autopromozione e autopropaganda, mirata soprattutto al plauso e all’adesione delle giovani generazioni: ecco infatti che sempre più spesso ritroviamo i militari nelle scuole che parlano agli studenti dei vantaggi della vita da arruolati.
Non solo: il ricorso dello stato d’Israele alla violenza militare che scatena guerre e bombardamenti, pur autogiustificandosi all’interno di una logica securitaria, sembra in piena sintonia con la politica belligerante dell’Alleanza atlantica a cui l’Italia appartiene.
Tutto ciò fa a pugni con la Costituzione, col diritto dei popoli ad autodeterminarsi, e con l’aspirazione alla pace. Riteniamo quindi che stare dalla parte di Khaled e affermare i diritti del popolo palestinese sia anche lottare per i nostri diritti, in primis il diritto alla pace e alla corretta convivenza con altri popoli.
L’Esecutivo provinciale dei Cobas Scuola Cagliari
L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari