I manifestanti contro le basi militari, le esercitazioni e la guerra, si sono incontrati ieri, 28 aprile, alle 14 in piazza Matteotti a Villasor, e, dopo alcuni interventi, sono partiti verso le 15 verso la base militare di Decimomannu.
Ha aperto il corteo Sardinnia Aresti, che ha indetto la manifestazione con lo striscione “Gherraus impari po una Sardinnia libera”, e seguivano numerosi partecipanti circa un migliaio. Hanno dato l’adesione ed erano presenti numerosi comitati e associazioni, come la nostra, i Cobas scuola Cagliari, Potere al popolo, A Foras, CARC, Movimento nonviolento, Madri contro la repressione, Fronte comunista e Fronte giovanile comunista, Dr Drer e CRC Posse, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. C’era un gruppo NO MUOS dalla Sicilia e due dei NO TAV della Val di Susa. Durante il corteo sono proseguiti gli interventi al microfono, e sono stati scanditi diversi slogan contro la NATO, le basi e le esercitazioni militari, alternati a musiche e canzoni di carattere antimilitarista diffusi da un’automobile dei manifestanti. Arrivati dopo due ore di marcia in prossimità della recinzione dell’aeroporto militare di Decimomannu, lo schieramento della polizia in tenuta antisommossa ha impedito al corteo di procedere. Viene attivato un idrante contro i manifestanti e lanciati alcuni lacrimogeni. Anche la coda del corteo viene chiusa da uno schieramento di polizia e carabinieri. A quel punto i manifestanti, per rientrare in paese, prendono un sentiero di campagna che costeggia l’argine di un canale e lo percorrono per mezzo chilometro, ma la polizia si è posizionata in modo da costringere il corteo a retrocedere con ripetuti lanci di lacrimogeni. Si ritorna sulla strada percorsa all’andata e ci incamminiamo nel senso contrario, verso Villasor, ma gli uomini in blu, ormai appassionati del lancio di lacrimogeni, li fanno piovere sul ciglio della strada. In breve la strada che percorriamo diventa un inferno di gas, che danno bruciore alle vie respiratorie. Non si capisce il senso di questi lacrimogeni, visto che il corteo aveva già preso la via del ritorno. Invece hanno sentito il bisogno di far sentire come il pugno sia diventato più duro contro gli antimilitaristi che contestano l’occupazione militare di cui la Sardegna sta portando il soffocante fardello; conseguenza della schiavitù NATO che trascina l’Italia alla guerra contro la Russia, oltre che a molte altre missioni militari.
Il corteo è rientrato a Villasor gridando slogan contro la NATO, le basi militari, la guerra, e nella piazza Matteotti gli organizzatori intervengono di nuovo per ribadire il senso della manifestazione, insistendo sull’invasività della presenza militare e sui danni arrecati alla comunità locali dalle basi e nella fattispecie dalla base aeronautica di Decimomannu.
sono atti criminosi in terra sarda l invasione da parte delle nazioni legate alla Nato e sono diverse, questa sa tanto di oppressione , del padre padrone lo Stato Italiano e la Regione SARDA che fanno le leggi e non le rispettano , l Ambiente in qui si svolge il tutto è calpestato già il vento non sposta e come il mare prende e riporta dobbiamo lottare tutti uniti informare la popolazione Sarda in modo che prenda posizioni non possiamo restare indifferenti ,perche l indifferenza uccide lo diceva anche Gramsci ci sono libri lo sa il vento , una ferita tutta italiana ben documentati