Il Ministero dell’Istruzione dovrà organizzare prove suppletive per chi, assente per Covid, non ha potuto partecipare alla prova scritta del concorso ordinario. Lo ha deciso il TAR Lazio (Sezione Terza Bis, Ordinanza N. 03582/2022 REG.PROV.CAU. N. 05056/2022 REG.RIC., Pubblicata il 07/06/2022) accogliendo un ricorso dei Cobas Scuola.
In effetti, l’art. 11 comma 2 del Decreto n. 499, pubblicato sulla GU n. 34 del 28 aprile, dispone che la mancata presentazione nel giorno, ora e sede stabiliti, ancorché dovuta a caso fortuito o a causa di forza maggiore comporta l’esclusione dalla procedura concorsuale non prevedendo la possibilità di fissare una sessione suppletiva in favore di candidati impossibilitati a presentarsi siccome collocati in isolamento fiduciario ovvero in quarantena in applicazione delle vigenti misure sanitarie di prevenzione epidemiologica (COVID19).
Tenendo conto della particolare situazione determinatasi in seguito alla pandemia, e alle varie fasi che l’hanno caratterizzata, che ha stravolto vita e abitudini dell’intera popolazione, e ha altresì determinato una continua riorganizzazione del lavoro e degli impegni, il TAR ha ritenuto di dover disporre l’ammissione con riserva dei ricorrenti a delle prove scritte suppletive del concorso ordinario per il reclutamento di personale docente.
Nelle conclusioni dell’ordinanza si legge infatti: “Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Bis) accoglie l’istanza cautelare nei sensi di cui in motivazione, ammettendo con riserva le ricorrenti alla prova scritta suppletiva che l’amministrazione resistente è tenuta ad organizzare, nei sensi di cui in parte motiva”.
Un’ordinanza che tiene conto “dell’orientamento conforme della Sezione su vicende analoghe intercorse con riferimento al concorso straordinario di cui al d.d. n. 510/2020, peraltro avallato dal Consiglio di Stato (cfr. ex multis T.A.R. Lazio, Sezione Terza Bis, ordin. n. 7199/2020, confermata dal Cons. Stato, Sez. VI, ordin. n. 7145/2020)”.
Si tratta di un pronunciamento importante, ovviamente in attesa del giudizio di merito (prossima udienza il 7 marzo 2023), perché tiene conto della particolare situazione che ha investito il Paese da oltre due anni e cerca di garantire pari opportunità per tutte/i. Evitando che gli effetti della pandemia incidano ulteriormente sui diritti, e in particolare sul diritto al lavoro.