Il 27 settembre è il giorno scelto dal movimento “Fridays for future” in Italia per partecipare alla mobilitazione mondiale “Climate Action Week”. Per questa stessa data i Cobas della Scuola e del Lavoro privato hanno indetto lo sciopero generale di tutti i dipendenti ritenendo di cruciale importanza ribadire che:
- Il cambiamento climatico in atto rappresenta una questione da affrontare con la massima urgenza. La produzione di enormi quantità di rifiuti, l’utilizzo dei combustibili fossili, le grandi opere costose, inutili e dannose, il saccheggio dei territori, attività estrattive e produzioni inquinanti, sono tutti elementi interconnessi di un sistema insostenibile che sta portando l’intera società umana verso il collasso.
- Se non riusciremo ad indurre i cambiamenti necessari niente potrà fermare la sete del profitto ad ogni costo, la mercificazione di tutto l’esistente, l’esclusione di intere popolazioni dai processi decisionali, l’emergere continuo di guerre, il crescente divario tra ricchi e poveri, carestie, malattie endemiche e profonde ingiustizie sociali che sono causa delle imponenti ondate migratorie a cui stiamo assistendo.
Riguardo ai nostri territori, vogliamo in particolare dichiarare un netto NO a RIGASSIFICATORE E METANODOTTI – Infatti in Sardegna tocchiamo con mano una grande menzogna relativa al passaggio da combustibili fossili a fonti rinnovabili: vogliono farci credere che il metano possa essere la strada per questo passaggio. Sono stati progettati e approvati diversi depositi di metano liquido e impianti costieri di rigassificazione (questi ultimi in particolare ad alto rischio di incidente), di cui uno sarà a Cagliari, zona Giorgino, da cui partirà la condotta per il metano che dividerà in due la Sardegna e comporterà un ulteriore sacrificio del suo territorio. Tale complesso di impianti, costruiti da multinazionali del gas, IsGas e Snam, che hanno interessi colossali nella realizzazione di queste commesse, nasce obsoleto e anziché portare alla riduzione dei gas serra, porterà ad un loro esponenziale incremento. Il metano infatti è un formidabile gas scaldaclima dall’effetto molto superiore al carbone.
Ricordiamo che la Sardegna produce il 40% di energia in più di quello che si consuma. La conversione delle centrali termoelettriche da carbone e gasolio a metano NON SERVE alla Sardegna. Il sistema di impianti a metano comporterà maggiori rischi, sacrificio di territorio, costi formidabili da spalmare nelle bollette che non diventeranno certo più leggere. E i gas serra continueranno ad aumentare.
Altre regioni d’Italia, come la Puglia, combattono una battaglia per evitare la realizzazione del gasdotto Trans -Adriatico (TAP), che intende portare il metano dell’Azerbaijan in Europa passando per la spiaggia di San Foca e procedendo per la dorsale adriatica con l’espianto di 10.500 ulivi.
Attribuiamo alla scuola una grande responsabilità nel compito di aumentare la consapevolezza nei confronti di queste problematiche. Dobbiamo dimostrare l’assurdità del mito della crescita continua in un sistema finito, ponendo all’ordine del giorno i grandi temi legati alla lotta per la salvaguardia dell’ambiente.
Per questi motivi scenderemo in piazza il 27 settembre consapevoli che non siano pensabili strategie di salvaguardia ambientale senza giustizia sociale, che non sia possibile una transizione verso un modello di sviluppo sostenibile senza una profonda trasformazione in senso anticapitalista, dove la difesa dei Beni comuni prevalga contro la logica del profitto.
Concentramento dalle ore 9.00 in P.zza Garibaldi da cui partirà il corteo