Intervento COBAS Scuola Cagliari alla iniziativa “Sopravvivere alla città-Dialogo collettivo su urbanità, neoestrattivismo e chi vi si oppone” promossa da Coordinamento dei Comitati Sardi con la presenza di Raùl Zibechi (in piazza S.Domenico a Cagliari, ore 18).
“Repressione oppressione controllo” “Decoro merito disciplina”
“L’ordine è il principio della sottomissione”
I COBAS Scuola di Cagliari invitati all’iniziativa partecipano con il seguente intervento sulla oppressione, repressione e controllo nella scuola e nei confronti delle associazioni che si oppongono al sistema repressivo:
La oppressione, repressione e il controllo nella città di Cagliari è stato subìto anche dal sindacato dei comitati di base della scuola in Sardegna già dalla sua fondazione in occasione della occupazione del provveditorato alcuni compagni COBAS furono malmenati e la sede venne sgomberata coercitivamente dalle forze dell’ordine.
La sede urbana dell’allora provveditorato situato in una zona centrale nella città di Cagliari, aveva favorito il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini attraverso azioni solidali alle attività politiche di lotta e di impiego sui temi della protesta.
Le successive azioni di controllo e repressione all’interno della città di Cagliari e in altre province hanno portato nel tempo a decentrare diverse sedi delle istituzioni pubbliche, edifici scolastici e istituti universitari, seguendo la logica oppressiva dell’ordine e autoritaristica del decoro urbano. Di conseguenza questi luoghi privilegiati per scambi di esperienze politiche e condivisione di idee e progetti culturali hanno perso la loro capacità di aggregazione sociale perché sono stati tagliati dal contesto della vitalità del centro cittadino.
Con la sottrazione degli spazi alla condivisione e trasmissione delle iniziative politiche è stato esercitato all’interno della città il controllo e oppressione sociale che ha impedito la partecipazione sociale e ha nel tempo isolato e isterilito l’azione politica e il dibattito cittadino.
Oltre alla distanza dal cuore attivo della città, la stessa struttura architettonica degli edifici scolastici, dalla orrenda estetica modulare che richiama la organizzazione interna ed esterna delle carceri, ha determinato l’emarginazione sociale.
L’ordine spaziale e l’ estetica geometrica sciatta della mera funzionalità infatti favoriscono il controllo politico e la oppressione delle coscienze.
Il brutto è la forma estetica della oppressione, controllo e repressione sociale del potere.
I cittadini e il mondo della scuola si sentono intrappolati in un sistema di maglie di controllo sempre più strette, mimetizzate dalla necessità dell’ordine e decoro sia dell’ambiente urbano che di quello degli edifici scolastici.
I sistemi di sicurezza, la videosorveglianza, gli accessi nelle sedi scolastiche sempre più regolamentati stanno impedendo ai cittadini e agli stessi docenti e studenti, di vivere, di partecipare liberamente e attivamente alla vita scolastica imponendo un rigido sistema di disciplina che genera sottomissione.
Mentre l’accesso nelle scuole viene di fatto sempre più burocratizzato normando e limitando l’ingresso ai cittadini e agli stessi componenti della scuola, paradossalmente se ne aprono le porte a figure di sistema, per esempio la presenza sempre più frequente delle istituzioni militari e della polizia, che stanno progressivamente esternalizzando il ruolo del docente per esercitare un controllo sempre più capillare e dissimulato sulla società.
Un sistema di controllo in stile panoptichiano introdotto nella scuola è il registro elettronico che dietro la sua apparente funzionalità sorveglia e disciplina la vita dello studente e del docente, mistificando il controllo viene introdotto un processo rieducativo all’accettazione del potere e della repressione di tutti i soggetti della scuola.
Andrea Scano, maestro elementare, opponendosi di recente a questo sistema di controllo, si è rifiutato di usare il registro elettronico ricevendo come punizione una sanzione e tre giorni di sospensione senza stipendio.
Questa è la nuova frontiera della azione repressiva sugli insegnanti che pensavano di essere immuni da punizioni e ammonimenti che vale come esempio e deterrente per tutti.
Manifestiamo la nostra solidarietà al collega Andrea condividendo e appoggiando la sua scelta politica come associazione COBAS Scuola Cagliari di cui alcuni componenti sono inseriti in una rete di relazioni nelle diverse associazioni di lotta politica, di impegno sociale e attività culturali nel contesto cittadino e nazionale perché ritengono che la scuola insieme alle associazioni possa promuovere e favorire sinergie di lavoro per realizzare un sistema di comunicazione condivisa e per contribuire ad arricchire, a valorizzare iniziative, integrazione-scambio di idee, conoscenze, nella convinzione che la scuola sia un laboratorio di cultura e di crescita sociale quando è aperta alle altre realtà culturali.
Perseguendo tale impegno un gruppo di donne della associazione COBAS Scuola Cagliari hanno elaborato una Carta dei principi che costituiscono il fondamento della associazione.
Si è sentita l’esigenza di scrivere, partendo dalla sensibilità femminile, i valori, i diritti, gli impegni della nuova associazione contro la discriminazione, la repressione, la oppressione dei sistemi di potere.
La Carta mette al centro la difesa e l’ampliamento dei diritti dei deboli, delle donne, delle diverse categorie di genere, il diritto alla lotta contro tutte le discriminazioni sociali, economiche e culturali.
La Carta nei suoi articoli dichiara il proprio antifascismo, antimilitarismo, antisessismo rivendicando la libertà di espressione, di comportamento, di parola.